Chiuso al culto sette anni fa per il crollo di parte del tetto, l’edificio gradiscano sarà interessato da un importante restauro
Sono entrati nel vivo i lavori chiamati a riaprire progressivamente al culto la chiesa gradiscana dell Beata Vergine Addolorata, a sette anni dal crollo delle coperture e dalla conseguente dichiarazione di inagibilità.
La chiesa in questi mesi sarà al centro di un intervento delicato e pure spettacolare dal punto di vista tecnico, data la particolare posizione della chiesa di via Ciotti.
L’impresa edile a specializzata, in queste ore ha provveduto a “schermare” gli altari laterali e in genere le opere di maggior pregio per proteggerle dalle complesse opere di restauro degli intonaci.
I lavori seguono quelli di parziale messa in sicurezza del tetto di qualche anno fa.
Chiusa al culto dal 2010 per il crollo di parte delle coperture, la chiesa dell'Addolorata è un santuario mariano consacrato nel 1505 e gode di una posizione centralissima nella via Ciotti.
Riveste un'importanza particolare per i fedeli gradiscani non solo perché dedicata alla Vergine “Avvocata e protettrice” della città, ma anche perché destinata a conservare una reliquia di Sant'Antonio di Padova, donata a suo tempo dai Padri conventuali della Basilica del Santo.
Le opere, secondo il progetto redatto dall'architetto cormonese Claudio Perin, prevedono il restauro di parte dell’intonaco della navata e il consolidamento delle quote di intonaco del soffitto che presentano le condizioni di recupero; parallelamente, verranno completate la parti di intonaco che sono state oggetto di distacco causate dalle infiltrazioni dalla copertura.
Si prevede anche una velatura con tinte simili a quelle preesistenti. Contemporaneamente è previsto anche il restauro della copertura della sagrestia. L’intervento vedrà una generale manutenzione di tutta la copertura dell’edificio sede della sagrestia e della attuale sede della Caritas.
Verrà inoltre verificato lo stato di tutte le strutture lignee della copertura; per gli elementi strutturali, che presenteranno una perdita delle caratteristiche statiche, si prevede la sostituzione con elementi lignei simili.
Non verrà modificata la tipologia costruttiva del pacchetto di copertura, che verrà realizzata con tavelline in cotto e manto di copertura in tegole tradizionali.
Il delicato intervento si cala in un “pacchetto” più ampio, o meglio doppio, che riguarda l'Unità Pastorale di Gradisca d'Isonzo.
Una prima tranche - come detto - porterà alla riapertura della chiesa dedicata alla Vergine, tanto cara ai fedeli in quanto dedica alla Madonna, “avvocata e protettrice” della cittadina.
La seconda area di intervento riguarda il restauro dell'ex canonica della chiesa di Santo Spirito, al Mercaduzzo, destinata a ospitare il terzo Emporio della Solidarietà dopo quelli di Gorizia e Monfalcone.
Gli interventi sono coperti in parte dall’amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia, con un contributo di circa 100mila euro, dai proventi dell'8 per mille della Cei (199mila).
Anche i gradiscani hanno fatto la propria parte in questo restauro: la parrocchia negli anni scorsi aveva lanciato una sottoscrizione con la quale i fedeli, con diverse modalità di raccolta fondi, aveva reperito delle risorse.
La sottoscrizione popolare aveva fruttato infatti 13mila euro. cifra che andrà a coprire parte delle ingentissime spese dei lavori di restauro finalizzati a restituire la chiesa all'antico splendore e alla sua completa fruibilità.